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Immagine del redattoreGruppo Sadel

La scintigrafia: cos'è? Quando è necessaria?

Il termine scintigrafia genera sempre timore nei pazienti e nei familiari, perché è associata ai tumori. In effetti, questo esame trova applicazione in oncologia, ma non è l’unica.


La scintigrafia è un esame che consente di ottenere informazioni sul funzionamento di alcuni organi, per esempio cuore, polmone, tiroide, circolazione sanguigna, oppure di individuare la presenza di cellule tumorali in tessuti e organi distanti dal luogo in cui si è sviluppato il tumore o le sue metastasi. La sua esecuzione richiede l'iniezione di una sostanza radioattiva.



Le immagini prodotte durante l'esame appaiono direttamente sul monitor dell'operatore ma, quasi sempre, devono essere analizzate e studiate prima di essere consegnate.

L'indagine fornisce informazioni importanti per accertare e per valutare l'evoluzione nel tempo di molte malattie.


La scintigrafia ossea, ad esempio, permette di studiare il processo di trasformazione dell'osso e, quindi, il modo in cui le ossa si rigenerano. Per effettuare l'esame, il medico specialista in medicina nucleare inietta in una vena del braccio un particolare farmaco che si deposita sulle ossa e si concentra in modo particolare dove c'è una maggiore attività metabolica, come avviene, per esempio, in caso di fratture, traumi, o di metastasi tumorali (che derivano dalla crescita di cellule tumorali in aree diverse dal tessuto originario incluso l'osso). La rilevazione delle radiazioni emesse consente di evidenziare l'attività metabolica dell’osso e la presenza, o meno, di una malattia o di una lesione e, eventualmente, le sue caratteristiche di malignità.

Poiché il radiofarmaco si concentra dove c'è maggiore attività metabolica le immagini scintigrafiche forniscono una indicazione delle zone dove potrebbe esserci una malattia.





Come ci ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, la medicina nucleare, e la scintigrafia in particolare, viene utilizzata per i seguenti scopi:

  • Scansione ossea, per valutare l’attività metabolica delle ossa. Comunemente usato per stadiazione oncologica, artrite, fratture;

  • Scansione della perfusione miocardica, per confrontare il flusso sanguigno al miocardio durante l’esercizio e il riposo consentendo la differenziazione di ischemia e infarto.

  • Scansione renale, per determinare la perfusione e il drenaggio dei reni e consentire il calcolo della funzione differenziale.

  • Scansione polmonare (VQ), per consentire il confronto tra ventilazione e perfusione dei polmoni e per diagnosticare l’embolia polmonare.

  • Scansione della tiroide, per valutare l’aspetto e la funzione della ghiandola tiroidea.


Vuoi saperne di più? Chiedi al tuo medico di famiglia.

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